una storia vera

Marella aveva deciso che doveva andare, per quell’amore valeva la pena di rischiare il tutto per tutto. Non ci aveva creduto fino alla fine ; le avevano detto che sarebbe finita come per tutte le altre che conosceva .” Si divertirà con te e poi chi si è visto si è visto!” Anche sua madre l’aveva messa in guardia , l’aveva pregata e scongiurata di non credere a quel giovane italiano dai modi gentili. Giuseppe si sarebbe rivelato presto o tardi una delusione.

Marella aveva da poco compiuto i diciotto anni e poteva permettersi di sognare; aveva già sbagliato una volta , se errore voleva chiamarsi quella esperienza che aveva segnato la sua vita e non solo. Per questo era titubante. Ma Giuseppe si era fatto amare , dopo il primo incontro l’aveva cercata ancora, e per tutta quella settimana di vacanza erano stati insieme. Lei gli aveva fatto conoscere la sua isola non da turista ma con gli occhi di chi la vive , gli aveva presentato i suoi parenti e i suoi amici, lo aveva accolto in casa. Tutti si erano dimostrati felici di conoscere quel giovane uomo italiano che portava regali: per carità niente di speciale , ma in quell’isola dove non mancava il necessario ma il superfluo era introvabile alla gente normale , quei piccoli doni sembravano grandi cose.
Marella aveva deciso di viversi quella storia alla giornata, non pensando al futuro e non credendo alle parole che sentiva.
Ma poi Giuseppe era partito e inaspettatamente aveva telefonato, scritto e alla fine dopo qualche mese era tornato e questa volta non per una vacanza ma per lei.


Marella ancora andava a scuola, in un istituto superiore dell’Havana e si era fatta bella con le sue compagne per questo avvenimento. Lei non assomigliava alla maggior parte delle sua coetanee: piccolina di statura, minuta, carnagione chiara, capelli e occhi neri. Determinata però, intelligente e attiva. Non aveva paura del mondo, no , nonostante tutto avrebbe lottato e superato gli ostacoli.
In casa si parlava spesso , guardando lontano al di là del mare, che sarebbe stato bello andarsene. Miami, l’America erano un sogno. Anche sua madre diceva che prima o poi avrebbe provato a raggiungere le sue sorelle e i suoi parenti anche a costo di salire su un gommone e andarsene a remi.
Ridevano al pensiero…però ogni giorno qualcuno spariva e poi si sapeva che era arrivato al di là.
Ma lei amava la sua isola, aveva vissuto libera all’aria aperta , senza molte regole , ridendo e divertendosi con i suoi amici e i suoi cugini. Anche quando era accaduto “quel fatto”….ben presto tutto si era sistemato per il meglio e si erano organizzati per affrontarlo senza tante recriminazioni.
Pensava che la sua vita si sarebbe svolta così, perché Miami, l’America era solo un sogno di mamma e di tutti loro. Ma era consapevole che il sogno era una ribellione all’impossibilità di uscire. Se avessero potuto forse sarebbero andati e poi tornati , perché Cuba era stupenda, una terra amata , una vecchia signora malconcia con un passato pieno di ideali meravigliosi scontratisi con una realtà difficile.
L’Havana , patrimonio dell’Umanità e città diroccata; i ricordi degli anni pre-rivoluzione vissuti più sulle macchine americane che comunque si fanno andare ,che sulle narrazioni dei vecchi ; i turisti che talvolta minano l’anima .

Marella quindi passava il suo tempo sognando il futuro come le giovani della sua età: nonostante la sua condizione fosse diversa. Poi arrivò Giuseppe. Lui partì e poi ritornò. Di nuovo partì e quando ritornò per la terza volta le chiese di sposarlo e di seguirlo in Italia.
Marella non ci mise che un attimo a decidere e a rispondere di si.
Tornò a casa e sembrava volasse per la felicità. Doveva dirlo subito ad Joselito. Lui giocava nel giardino della loro casa: quella casa, che in passato aveva avuto ben altre pretese; era stata requisita qualche decennio prima a una coppia di anziani americani che andavano lì a trascorrere le vacanze .Da allora non erano stati fatti lavori di nessun tipo: le porte , quelle rimaste, erano cadenti, le pareti scalcinate, le scale a pezzi; fuori un piccolo balconato dove quasi sempre sedeva su una sedia a dondolo il nonno che fumava l’immancabile sigaro. Ci abitavano in tanti in quella casa: mamma,cugini, zii, nonni. Molto rumore, tanta musica, mosche a non finire, odori di cibo, bambini che correvano. E appunto Joselito. Joselito aveva due anni , lo aveva generato con un compagno di scuola che ora chissà dov’era finito. Lei stessa era una bambina e sua madre dopo un primo momento di sgomento aveva detto: - continuerai ad andare a scuola e quando non ci sarai il piccolo starà con noi.
A lei piaceva giocare con Joselito, gli parlava seria come fosse un suo coetaneo- e quasi lo era- , ma voleva anche essere ubbidita e rispettata da lui proprio come un figlio deve fare con sua madre.
Joselito ne era orgoglioso, amava sua nonna, ma viveva per lei ; giocava e rideva felice per tutta la giornata, poi quando la vedeva , il pomeriggio tardi, stava estasiato ad ascoltarla e a guardarla. Lui , occhi neri neri, leggermente a mandorla, capelli scuri e molto sviluppato per la sua età: d’altronde la raggiungerà in altezza quando compirà 9 anni e ora a 12 la supera di tutta la testa.
Quando aveva conosciuto Giuseppe non aveva compreso ciò che poteva rappresentare: i regali che portava in casa lo rendevano simpatico a tutti e quindi anche a lui ,senza esserne però granchè entusiasta.

Quando Marella raccontò a tutti della proposta di Giuseppe , ci si rese conto che il sogno poteva trasformarsi in realtà: il matrimonio si sarebbe fatto. Non era facile completare l’infinita lista dei documenti da fare, le lentezze burocratiche, gli intoppi. Ma i due giovani erano determinati , il matrimonio si sarebbe potuto fare e si sarebbe potuti partire. Non Joselito però, il bambino sarebbe dovuto rimanere a Cuba perché le procedure non permettevano a lui di partire . Poi, solo dopo, si sarebbe potuto fare il ricongiungimento familiare.

Marella era esitante, presa tra due amori diversi ma grandi: da una parte quell’uomo che le offriva il futuro , dall’altra il suo bimbo al quale un futuro e un sogno si sarebbe voluto dare.
Marella si sposò e andò con la sofferenza nel cuore ma con una promessa forte che ce l’avrebbe fatta a tornare a riprenderselo quel suo piccolo uomo.

Quando anni dopo Joselito dovrà raccontare quale è stato il momento più triste della sua giovane vita dirà:- "quando mamma prese l’aereo e se ne andò. Pensavo che non sarebbe più tornata."
Non so se ricorda davvero l’episodio: era troppo piccolo; penso invece che rammenti l’angoscia vissuta e che la paura di perderla sia rimasta.

Marella è riuscita però a riprenderselo e a portarlo con sé : è stata tenace, coraggiosa, audace. Ha lottato contro la burocrazia, ha percorso strade, ha visitato uffici, ambasciate, ha bussato a tutte le porte. Marella ha vinto .
La prossima estate tutti e tre andranno in vacanza negli States , andranno a trovare la nonna di Joselito che ora vive insieme alle sue sorelle a Miami .
Anche lei ha seguito e raggiunto il sogno.

Elenù