LA PARTENZA PER LA CACCIA

  Tutto ormai era pronto al partir del giovane sovrano, i corni echeggiavano l'evento e la corte, i cavalier e i regali servitori già schierati attendevano del Re il comando per attraversar i portoni già sblindati.

 

-ULRICO:    Caro cavalier, che fratello non di sangue, ma di cuor, sempre mi fosti, io t'affido questa corte, che non abbia a muoversi un fil di vento senza che tu non ne conosca il senso. Prendi ogni decisione in mia assenza e guarda la donna mia dai perigli contro cui s'infrange talvolta la sua incoscienza: è bella, giovane ed ardita, segui sempre il suo passo, così che non possa procurarsi alcuna ferita.

-ODINO:      La tua volontà, o sire, è il mio destino

-ULRICO      Di te ho fiducia, o prode Odino: vegliasti la mia adolescenza quando ancora l'età avevi per l'incoscienza, e quando i padri nostri, beate siano le loro anime nel grembo del Dio più alto, ci lasciarono dopo la cruenta battaglia che per il fiume Paal vincemmo allora, tu fosti l'ombra dell'anima mia e in te sempre vidi la virtù e la potenza che cingono il capo dell'onestà

 

-ODINO:      Ulrico, grande sire, voi siete la vita di questa corte e illuminato è il vostro comando: la gioia e il benessere scorrono in noi senza alcun vanto e ciò grazie alla saggezza che in voi è deposta, e un grande onor è per me servir la vostra Legge.

-ULRICO:    Che ciò sia fatto; Mustafin, fido speziale, affida ai servi l'erbe per il viaggio, che ora si parte:

 

 

 

 

 

 


il mio cuore è tranquilo perchè Odino veglia sul villaggioValnesia, moglie mia, siate serena: per voi è l'ultimo pensiero prima di partir, e il primo sarà d'ogni giorno al venir dell'alba

-VALNESIA:     Che Dio vi benedica o sire, padrone mio.

 

 


Tre squilli acuti accompagnarono il regal corteo oltre le mura e man mano verso la valle scendea,
s'andava esso sfumando, mischiandosi ai verdi color della Natura amica.

continua. . . .